escursionismo

Domenica 10 aprile 2016
Monte Isola è posta nel bel mezzo del Lago d’Iseo.
Con un’estensione di 4,5 km² e un perimetro di oltre 9 km si tratta dell’isola lacustre più vasta dell’Europa centro meridionale. Solamente in Scandinavia troviamo isole di lago più grandi tuttavia Montisola mantiene il primato europeo come altitudine in quanto nessuna raggiunge i 600 metri.
Il trekking si articola per gran parte su strada asfaltata eppure sull’isola è proibito trasportare veicoli, incontreremo solo qualche motociclo dei residenti: tutto ciò rende questa meta molto affascinante regalando qualche ora in un’ambiente dove la natura e il silenzio sono protagonisti.
La sensazione è di trovarsi in un’altra epoca o in un luogo dove i tempi sono ancora dettati dalla natura e dal clima.
L’escursione che vi suggeriamo raggiunge il culmine dell’isola ai 601 metri del Santuario della Ceriola. Percorremo le stradine nel verde della primavera e proveremo un pizzico d’invidia per i fortunati abitanti di questo piccolo mondo.


Partenza da Este ore 6:30
Difficoltà: T - E.
Dislivello: m 450.
Lunghezza: 14 km circa


Organizzatore: Elio Antoniazzi
Tel. 3342203016

LUOGO DEL RITROVO ORE 6:20 PRESSO IL PARK EX BILLA DI ESTE

park ritrovo

traghetti monte isola


mappa










momte isola - lago d'iseo

flyerPeschiera Maraglio (200 m.), raggiungibile in cinque minuti di battello dal paese di Sulzano, merita una visita potendo così osservare le viuzze e i negozietti che lo caratterizzano. Il panorama è aperto ad oriente sul versante bresciano del Sebino con visibile, a breve distanza, il paese di Sulzano mentre appena più a nord notiamo Sale Marasino sovrastato dalla Punta Almana.
Risaliremo lungo la vecchia mulattiera sino a Cure che, con i suoi 500 m. d’altezza, è la frazione più elevata. Proseguiamo ancora su sentiero fino a raggiungere il culmine occupato della Chiesa della Ceriola.
Attorno alla costruzione un lungo terrazzo permette la visione più completa e spettacolare dell’isola, aperta a 360° sulla sua intera estensione. Qui esiste un'area pic-nic.
Nei mesi invernali e primaverili il panorama è particolarmente avvincente in quanto esteso alle vette innevate delle Alpi Orobie e delle Prealpi Bresciane a contrastare con la vegetazione mediterranea che caratterizza gran parte del Montisola.
Ancora una volta notiamo, a distanza ravvicinata, la sponda bresciana con i centri di Sulzano e Sale Marasino, mentre sulla sponda bergamasca notiamo il paese di Tavernola.
Dopo la visita e le varie fotografie, scendiamo alla frazione di Masse, di nuovo a destra per Olzano e poi seguendo le segnalazioni scendiamo a Carzano vicino alla chiesa di San Giovanni Battista.
Scenderemo alla volta di Siviano (253 mt), capoluogo dell’isola e alla piccola frazione di Porto.
L’escursione prosegue in piano lungo la strada che porta a Sinchignano e Menzino dove è possibile fare una deviazione verso la Rocca Martinengo, costruita dagli Oldofredi nel secolo XIV, alta a controllare il versante sudest dell’isola.

Una vera specialità del lago d’iseo è il pesce essiccato e messo a stagionare sott’olio nelle grandi “tole” di legno coperte fino all’orlo di Olio Extravergine e pressate con pesi o piccoli torchi.

Nei vari ristoranti non si fatica a trovarlo come piatto tipico abbinato alla polenta.

sardine



santuario ceriola Madonna della Ceriola

Le origini del Santuario della Madonna della Ceriola risalgono circa alla metà del V secolo, quando San Vigilio, Vescovo di Brescia, portò la fede nella zona del Sebino sopprimendo il culto della dea pagana Iside (da cui deriva il nome iseo). La fede del Cristo Salvatore si divulgò ben presto, San Vigilio portò devozione anche alla Madre del Cristo: la Madonna. Appoggiato su uno spuntone di roccia grigia dell’ era mesozoica, sorge il Santuario della Madonna della Ceriola, che rappresenta il punto più suggestivo dell’ isola. San Vigilio pensò di fare erigere su quella vetta una piccola cappella, dedicandola alla purificazione della Beata Vergine Maria, come simbolo delle purificazioni dalle superstzioni pagane e simbolo della nuova luce del Cristianesimo. La piccola chiesa fu la prima parrocchia dell’ isola, chiamata SANTA MARIA DE CURIS come appare nel catalogo dei beni della diocesi di Brescia compilato nel 1410, inoltre fu anche la prima chiesa del lago dedicata alla Madonna. Successivamente divenne Madonna della Ceriola, perchè l’ effige della Madonna (XII sec.) venne scolpita in un ceppo di cerro. E’ stata intagliata seduta su di un trono, con un ampio manto, con in braccio il Bambino.
Il 14 marzo del 1580, San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, passando in visita sulle strade bresciane, manda il suo convisitatore Don Ottavio Abbiati sull’ isola a visitare il Santuario. Di questa visita stende una relazione in cui scrive:” Santuario ampio e decente, altare unico consacrato, come pure la chiesa, pitture avariate, trittico con la statua della vergine”. Dopo questa visita il rettore della parrocchia Francesco Augustinelli ne ordina il restauro cambiando quasi completamente la struttura originaria. Nell’ ampliamento costruì il nuovo presbiterio che portò maggior proporzione all’ insieme. Viene posta l’ artistica cancellata in ferro battuto, dividendo così la zona sacra dalla zona riservata ai fedeli. Il vecchio tetto a capanna viene sostituito dalla volta a botte, e vengono aperte la due cappelle laterali dove sarà collocato l’ altare di San Fermo e più tardi quello del TRANSITO DI S.GIUSEPPE del Paglia. I lavori finiscono all’ inizio del ‘600 (come attesta la scritta sull’ architravedel portale della facciata”Francesco Augustinelli presbiteris Rettoris Ope 1600″). Nel 1750 viene radicalmente mutata la facciata con la costruzione sulla base dell’ antichissimo santuario, del massiccio campanile in granito, caratterizzato da un cornicione, sempre in granito, che lo sormonta.
Fortunatamente nel 1815, un fulmine scrostò una parte di muro, all’ interno della facciata est, evidenziando un affresco in perfetto stato di conservazione, che raffigura un Cristo: ECCE HOME legato con una fune ad una colonna e coronato di spine. Quest’ opera è stata attribuita al Romanino, pittore bresciano del 1500.

Nel 1836 in Lombardia si diffonde il colera, gli abitanti di MONTEISOLA, disperati per le numerose vittime, si rivolsero alla Madonna, e salirono in processione verso il Santuario dove fecero voto di consacrare quella domenica se fosse cessato quel castigo. Da quel giorno la malattia si indebolì fino a scomparire. Da allora, ancora oggi, ogni seconda domenica di luglio si festeggia la venerata MADONNA DEL COLERA, in nome della malattia sconfitta.
All’ entrata del sagrato, una doppia fila di colonne conduce fino ad un cancello settecentesco, scanalato da colonne con capitelli corinzi in pietra di Sarnico, che lo sostengono.Il Santuario è lungo 23 metri, largo 7,5 e alto 10, composto da un unica navata e caratterizzato da una volta a botte che poggia su di un cornicione in cotto che corre lungo tutto il perimetro della chiesa, sostenuto da lesene con capitelli in stile Barocco, come il resto dei fregi e degli ornamenti che caratterizzano la volta e la cupola del presbiterio. L’ altare maggiore in stile classico è costruito in marmo nero e bianco, e su di esso si innalza una soasa in legno del 1400, la cornice è stata aggiunta nel 1620 ed è costituita da due colonne in stile corinzio che sostengono la trabeazione e il timpano.
Il trittico è composto dalla Madonna al centro e ai lati i Santi Faustino e Giovita (patroni di Siviano, capoluogo di MONTEISOLA), questi ultimi due rappresentati da statuette in legno dorate.
La Vergine è ricavata da un ceppo di cerro (da cui deriva il nome Ceriola), infatti nella parte posteriore si osservano ancora oggi le radici della corteccia mista al terriccio.
La statua è proporzionata in tutte le sue parti, le linee del volto sono precise, provenienti dalla mano sicure di un artista. E’ seduta su di un trono (che è stato applicato più tardi) e tiene con la mano destra il Bambino, mentre la mano sinistra cade sul ginocchio in atto di sicuro ma soave comando. La sua fronte è libera dai capelli raccolti da una cuffia bianca.Sia il capo della Vergine che quello di Gesù Bambino indossano una vecchia corona d’ argento.
IL Bambino è svestito mentre la Madre indossa un manto dorato allacciato con ampiezza al collo, che lascia vedere il petto coperto da una candida veste rossiccia..Lateralmente all’ altare maggiore sono situate due cappelle: a sinistra l’ altare di S.Firmo, in legno intagliato, risalente al 1600, mentre a destra, nel secondo altare, viene rappresentato il “Transito di S.Giuseppe”, tela dell’ artista Antonio Paglia (1763).
.I medaglioni della volta, come quelli della calotta e del presbiterio,rendono un bell’ effetto accompagnati dalle decorazioni del pittore Cominelli.
La lunetta sovrastante l’ altare maggiore ritrae la nascita di Gesù, la cupola sopra il presbiterio raffigura la “Purificazione di Maria Vergine”, mentre i tre medaglioni che ornano la navata ritraggono “l’ Incoronazione della Madonna”, “l’ Assunta” e “l’ Annunciazione”.
Una targa in stucco, posta sull’ arco trionfale, riporta la scritta che rievoca il mistero a cui è dedicato il Santuario: “Suscepimus Deus Misericordiam Tuam In Medio Templi Tui”.
Entrando sulla sinistra si possono ammirare i resti degli affreschi della chiesa precedente (1500), la “Madonna col Bambino” molto simile alla statua, ordinata probabilmenteda una famiglia di cui solo in parte si possono leggere i nomi, perchè manca il resto della bellissima opera, poiche venne aperta in quel punto della parete una porta dopo la visita vescovile.
Sempre nella parte interna della facciata, sopra la porta, si trova un affresco del 1924 che rappresenta il vescovo San Vigilio, apostolo che portò fede e devozione nel Sebino.Ai lati del presbiterio vi sono due affreschi dell’ artista Locatelli (1924), raffiguranti Santa Bartolomea Capitanio protettrice di Lovere e Sant’ Angela Merici di Brescia.Tra l’ altare maggiore e la navata centrale è posta una cancellata in ferro battuto del 1600.
Infine vi è il campanile in pietra alto 15 (1750), mentre per quanto riguarda le campane, sono state poste in tempi diversi: nel 1904 ne portava due, successivamente vennero sostituite con tre di maggiori dimensioni, alle quali ne vennero aggiunte altre due nel 1924. La fusione delle tre vecchie campane ebbe inizio nel 1789 con quella che raffigura i Santi Faustino e Giovita; la seconda venne fusa nel 1808 con le immagini degli apostoli San Girolamo e San Fermo ed infine la terza nel 1814 con le immagini di Pietro e Paolo.
L’ iconografia della Madonna della Ceriola era, non solo ricorrente al Santuario ma anche in tutta MONTEISOLA.
Intorno al 1620 molte abitazioni avevano, sulla facciata, rappresentazioni della Madonna sempre molto simile alla statua di cerro,commissionate a spese degli abitanti del paese in devozione alla Madonna.
Nonostante siano di poco gusto pittorico, sono grande argomento di culto sempre vivo e profondo per la Ceriola.
Lungo le vie del paese, venivano costruite nicchie, tabernacoli e altari per innalzare la devozione alla Madonna della Ceriola.
Dedicate sempre alla Madonna, erano le tavolette votive, quadri recenti ed antichi, appesi sul fondo della parete sinistra, chiamati anche “ex voto”,se ne contavano 82, alcuni datati 1620, ma i più numersi sono del 1800. Su queste tavolette viene dipinta la Madonna avvolta fra le nubi, splendente come il sole o porgente il Bambino al devoto.Simboleggiavano la devozione e la gratitudine del fedele nei confronti della Madonna.Ancora oggi c’ è questa usanza, anche se al posto delle tavolette dipinte, vengono appese delle fotografie.
Sono presenti anche molte preghiere dedicate alla Madonna, poesie di Emilia Belli (poetessa del Lago d’ Iseo) e canzoni in onore dell’ incoronazione avvenuta il 30 agosto 1924.
Durante l’ attesa del fatidico giorno, i fedelidi MONTEISOLA, offrirono una parte dei loro averi, fino ad arrivare al peso di un Kg d’ oro, permettendo così la fusione di una splendida corona incastonata di pietre prezziose per la Madonna ed una per il Bambino.
Oggi il Santuario, giuridicamente nel territorio isolano è il simbolo dell’ unità civile di tutti i cittadini dell’ unico comune di MONTEISOLA, che porta nel suo sistema la figura del Santuario della Madonna della Ceriola.